Pubblicato da: fitonews | 11 settembre 2011

Il Betel: notizie e curiosità

In Myanmar (Birmania), così come in tutto il sud-est asiatico e in  Malesia, c’è l’abitudine di preparare un masticatorio, chiamato “betel”, che viene fatto utilizzando foglie di betel (Piper betle L.), noce di areca (Areca catechu L.), chiamata impropriamente noce di betel, calce  spenta (che agisce liberando gli alcaloidi dai loro sali) e a volte foglie di tabacco.

Il viaggiatore che visiti per la prima volta una città indiana,resta immediatamente colpito dalle innumerevoli macchie rosso-sanguigne che lordano le strade e perfino i muri delle case. Mescolandosi poi alla folla della grandi città orientali, egli si imbatte continuamente in uomini dalle labbra gonfie e dalla bocca tinta in rosso cupo, che sputacchiano con una straordinaria frequenza: sono i masticatori di betel, mentre le chiazze purpuree notate nelle strade e sui muri sono gli sputi rossastri cui continuamente li costringe l’aumento di secrezione salivare provocato dalla cicca di betel…Arrivando in India, il viaggiatore viene a trovarsi proprio nel cuore della zona di espansione del betel, del voluttuario che, secondo i dati della Enciclopedia Britannica (ediz.1936), costituisce l’idolo di circa la decima parte dell’intero genere umano,cioè di oltre 200 milioni di uomini.”(Rivista CIBA, giugno 1948).


La noce di areca (Areca catechu L.) contiene vari alcaloidi, fra cui l’arecolina, in grado di determinare azione anoressigena, stimolante e blandamente euforizzante. La polvere di noce di areca rientra anche nella composizione di   dentifrici  “in quanto è considerata efficace  contro le carie e l’alitosi”.

Il betel (Piper betle L.) è una pianta rampicante perenne, appartenente alla famiglia delle Piperaceae, le cui foglie  sono impiegate dalla medicina popolare come stimolanti, antisettiche e per rinfrescare l’alito. Sono usate anche per trattare  mal di testa, artralgie, mal di denti, ecc.

Questo masticatorio produce  una abbondante salivazione  di colore rosso mentre il colore nero dei denti (odontomelanosi) dei masticatori di “betel” è dovuta ad una lacca nera che viene applicata per motivi estetici: “gli indigeni credono infatti che una dentatura nera, contrastando con quella bianca degli animali, conferisca dignità nobiliare al suo possessore“. Tradizionalmente dopo una ventina di minuti   di masticazione il “betel” viene sputato. A questo proposito alcune popolazioni usano misurare il cammino percorso in base al numero delle cicche masticate durante la marcia: ” ogni cicca viene infatti masticata per circa 15′-20′, che, tradotti in misura spaziale, corrispondono a circa 1,5 Km“.

Studi recenti, hanno rivelato una forte relazione tra il consumo di “betel” e il rischio di sviluppare lesioni  pre-cancerose e/o forme tumorali  a livello della mucosa orale.

(Foto di Angelino Mereu)


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